Legambiente ha fatto uscire il report Animali in città, sulla gestione degli animali nei centri urbani. Ecco cosa è emerso.
Legambiente ha elaborato il report “Animali in città”, un’indagine sulla gestione degli animali nei centri urbani.
Basandosi sui dati del 2020 e col coinvolgimento di 656 amministrazioni comunali e 50 aziende sanitarie, Legambiente ha stilato un rapporto sulla gestione degli animali nei comuni.
Vediamo cosa è emerso.
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Animali in città è un report di Legambiente che valuta le performance delle Amministrazioni comunali e delle Aziende sanitarie locali, offerte ai cittadini che hanno animali d’affezione. Il report fa anche un focus sulla convivenza tra cittadini e animali padronali e selvatici.
Per poterlo stilare, è stata fatta un’indagine sull’Anagrafe degli animali d’affezione, presente in tutte le regioni, tramite i Servizi veterinari delle Aziende sanitarie locali. Sono, infatti, poche le anagrafi gestite dalle Amministrazioni comunali.
Legambiente ha inviato uno specifico questionario, composto da 27 domande, alle Amministrazioni comunali. Più un altro questionario, composto da 20 domande, alle Aziende sanitarie locali italiane.
Per le Amministrazioni Comunali, sono stati considerati 9 indicatori:
Al questionario inviato da Legambiente hanno risposto, in modo completo, 1107 Amministrazioni Comunali, solo il 13,8% del campione complessivo e, in modo parziale, altre 1087 Amministrazioni.
Per quanto riguarda le Aziende sanitarie locali, sono arrivate 80 risposte in modo completo (il 54,4% del campione totale) e, in modo parziale, 24 risposte.
L’analisi è stata fatta solo sugli Enti che hanno risposto in maniera completa.
Dal report è emerso che il 39,3% delle Amministrazioni Comunali ha attivato l’assessorato e/o l’ufficio appositamente dedicato al settore, mentre il 98,7% delle Aziende sanitarie locali ha dichiarato di avere almeno un canile sanitario e/o un ufficio di igiene urbana veterinaria.
Dal rapporto, quindi, possiamo constatare che ci sia bisogno di maggiore efficienza nelle anagrafi animali, poiché mancano diversi dati sulle colonie feline e sul randagismo. Inoltre, non esiste ancora un’Anagrafe unica nazionale obbligatoria, che permetterebbe una maggiore pianificazione e organizzazione sul territorio e dei servizi migliori per i cittadini.
Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, ha inoltre evidenziato un problema di censimento della biodiversità animale:
“Il livello di conoscenza della biodiversità animale che abita sempre più spesso i territori urbanizzati è ancora troppo scarso. Eppure sarebbe molto importante monitorare tutto il variegato mondo animale, ricchissimo in termini quantitativi e qualitativi, che abita le case della nostra regione, sia in quanto valore naturale da promuovere sia per le nuove esigenze, sanitarie e di sicurezza che la convivenza tra uomini e animali comporta”.
Insieme al report, Legambiente ha stilato alcune richieste per migliorare le condizioni degli animali, sia d’affezione che randagi, per i prossimi anni.
Ecco le richieste: